Minori, DSA e Indennità di Frequenza

La Legge n.170/2010 “Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico”, riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia, disturbi specifici dell’apprendimento e tutela il diritto allo studio dei ragazzi e delle ragazze con tali tipologie di disturbo.

Il numero delle diagnosi dei disturbi specifici dell’apprendimento ha visto nel corso del tempo un costante e progressivo incremento, dal momento che proprio a partire dall’anno 2010, con l’emanazione della Legge 170, è salita la consapevolezza riguardo a tale fenomeno. Prendendo in considerazione gli ultimi 11 anni (Grafico 8), i dati ministeriali mostrano come il numero di alunni con DSA frequentanti III, IV e V anno di corso della scuola primaria e la scuola secondaria di I grado e di II grado, in percentuale del corrispondente numero complessivo degli alunni, sia passato dallo 0,9% dell’anno scolastico 2010/2011 al 5,4% nell’a.s.2020/2021 (cfr. Report “I principali dati relativi agli alunni con DSA aa.ss. 2019/2020 – 2020/2021 luglio 2022” del Ministero dell’Istruzione).

L’indennità di frequenza è una prestazione economica disciplinata dalla l. 289/1990, finalizzata all’inserimento scolastico e sociale dei minori con disabilità fino al compimento della maggiore età. 

Una diagnosi di DSA di per sé non garantisce automaticamente il riconoscimento del diritto all’indennità di frequenza.  Il diritto sorge quanto la diagnosi di DSA comporta per il minore difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioni proprie dell’età.